L’ osservatorio Continental da tempo analizza il settore del trasporto merci, affrontando tematiche di grande attualità e interesse.

Ora, anche a seguito della crisi economica provocata dalla pandemia, ha approfondito le cause del calo dell’introduzione di mezzi pesanti di nuova e recente immatricolazione in Italia.

Nel nostro Paese infatti, la maggior parte dei veicoli circolanti risulta avere massimo 10 anni (33%). E che problema c’è, vi chiedete? Quello che lascia sconvolti sono le percentuali dei mezzi oltre i 10 anni! Il 19 % va dai 10 ai 15 anni, il 18% dai 15 ai 20 e il 16% dai 20 ai 30.

Se pensiamo che, dopo la Spagna, siamo lo stato con più mezzi pesanti in circolazione, è incredibile constatare che soltanto il 3% di essi abbia meno di un anno! Entrando nel dettaglio, i nuovi tir si concentrano soprattutto in Valle D’Aosta e Trentino Alto Adige, mentre Sicilia e Calabria battono ogni record con la maggioranza dei loro camion vecchi 40 anni!

La situazione è allarmante, soprattutto se messa a confronto con i trend europei, nettamente migliori.

Se si considera che nel 2040 in Europa è fissato lo stop alla vendita di mezzi ad alimentazione diesel e che, entro il 2050, si punta ad ottenere emissioni zero per tutti i veicoli pesanti adibiti al trasporto merci, la diretta conseguenza è che si debba fare qualcosa di immediato per migliorare la situazione.

Innanzitutto, ridurre l’inquinamento ambientale e migliorare la vita sul pianeta, non solo rappresenta un vantaggio per ciascuno di noi, ma è anche uno degli obiettivi previsti dall’Agenda 2030 dell’ONU .  

Oltre a ciò, la migliore efficienza tecnologica porta a risultati indubbiamente più performanti su tutti fronti. Ottenere risparmio economico ed energetico, risparmio di tempo e di denaro accomunano tutti.

Infine, ma non meno importante, è la sicurezza: evitare e ridurre drasticamente gli incidenti gravi e ad alto tasso di mortalità è obiettivo comune.

La crisi economica sicuramente non aiuta Aziende e privati a raggiungere una situazione più progredita. E’ indubbiamente necessario anche il coinvolgimento delle istituzioni a livello nazionale e politico. Bisogna quindi intervenire su più fronti, impostando un piano adeguato, atto ad incentivare il passaggio verso una mobilità più pulita e sicura.

Sarebbe auspicabile la realizzazione di infrastrutture consone per garantire i rifornimenti dei nuovi carburanti (metano, idrogeno, gpl) e la ricarica dei veicoli elettrici.

Stabilire agevolazioni a livello economico, attraverso incentivi studiati ad hoc e snellire le pratiche burocratiche per ottenerli.

Manutenzione costante e puntale dei mezzi e degli pneumatici, per evitare guasti e imprevisti.

Aumento di pedaggi autostradali e tasse di proprietà a chi non possiede veicoli di ultima o recente generazione e sconti riservati a chi invece si impegna per migliorare gli standard attuali.

Il passaggio verso un nuovo modo di pensare è sicuramente difficile, ma necessario. Sognare un mondo migliore è un diritto, cercare di realizzarlo è un dovere di tutti.

Autotrasporti Capoferri è sempre attenta alle nuove esigenze e problematiche, monitorando e manutenendo costantemente l’efficienza del proprio parco veicoli, formato solo da mezzi EURO5 ed EURO6.

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